Le migliaia di videochiamate su Zoom finite (senza consenso) sul web

Sono state migliaia le registrazioni video pubblicate ad insaputa degli utenti.

L’Applicazione Zoom, che ha spopolato durante la pandemia del Coronavirus, ha reso accessibili su piattaforme di video sharing come Youtube e Vimeo i video di migliaia di riunioni di lavoro, attività scolastiche, riunioni religiose, e conversazioni private registrate dagli utenti del servizio.

Non solo video, perchè tra filmati rinvenuti sul web molti contenevano anche nomi, numeri di telefono e altre informazioni personali, tra cui anche immagini e dati sensibili degli utenti.

Lo chiamano “Zoom-bombing”.Videconferenze non sicure con Zoom

Sono disturbatori, hacker o adolescenti annoiati, che si infiltrano nelle videolezioni e riunioni private.

Possono disturbare le videoconferenze pubblicando messaggi o video volgari, offensivi, razzisti. Oppure ancora appropriarsi delle videoregistrazioni private e diffonderle sul web all’insaputa dei partecipanti.

Colpa dell’eccessiva facilità di utilizzo dell’Applicazione.

Per partecipare ad una videochiamata su Zoom, l’organizzatore fornisce semplicemente ai partecipanti un link per l’accesso.

Se il link è conosciuto da pochi colleghi o amici non ci sono generalmente rischi. Tuttavia se il link viene (anche accidentalmente) diffuso su un social o su altri siti, il rischio di intrusioni diventa estremamente elevato.

Attenzione quindi: gli strumenti informatici sono essenziali, purchè si presti sempre la massima attenzione alla Sicurezza.

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